Il
fragore di un tuono rotolรฒ nel silenzio della sera ed il giovane
assopito al bancone rialzรฒ immediatamente la testa, il lato del
volto leggermente segnato dalle pieghe che la manica dell’abito
aveva lasciato. Non sapeva con precisione quando aveva abbandonato
l’elegante ricamo che stava cucendo lungo il bordo dell’ampia
gonna di raso per concedersi qualche momento di riposo, nรฉ quando
la sua testa era finita sulle braccia piegate per la stanchezza. Ciรฒ
di cui Cรญnir era certo, perรฒ, era che il buio era ormai sceso e che
si trovava ancora da solo nella bottega del sarto in cui era
cresciuto. Si alzรฒ nella penombra data dalle fievoli luci che
provenivano dalla strada e andรฒ ad accendere le lampade prima di
tornare al tavolo da lavoro per sistemare l’abito che avrebbe
dovuto terminare di lรฌ a pochi giorni. La Festa dell’Amore era una
ricorrenza a cui i Lainor della Cittร sul Fiume tenevano
particolarmente e, da quando aveva iniziato quel lavoro, nel periodo
precedente aveva sempre avuto molte commissioni di mariti decisi a
regalare sfarzosi abiti alle mogli, o uomini speranzosi di far colpo
sulla fanciulla desiderata con un accessorio di intricata fattura.
All'inizio non era entusiasta visto che per lui quel giorno non era
mai stato altro che qualcosa da ricordare durante le lezioni che si
tenevano nei Giardini Oltre La Cascata.
Dopo
quasi cinque anni, tuttavia, aveva iniziato ad avvertire quel brivido
di emozionante trepidazione che gli innamorati provavano
all'avvicinarsi della Festa in cui veniva celebrato il loro legame.
Stava
per sedersi sullo sgabello, pronto a ricominciare a ricamare, quando
un nuovo tuono rimbombรฒ in lontananza, attutendo cosรฌ dei colpi
alla porta d’ingresso. Il giovane corrucciรฒ il viso, incerto di
ciรฒ che avesse udito, ma i suoi occhi scuri si
diressero in quel punto mentre
un’improvvisa agitazione lo faceva muovere per andare ad aprire.
Non potevano essere clienti a quella tarda ora, e la persona che
doveva essere giร rientrata da tempo possedeva le chiavi.
Aprรฌ lentamente, sospirando quasi sollevato quando non vide nessuno. Forse era stato solo uno scherzo della mente che, in modo ricorrente, continuava a ripetergli che prima o poi qualcuno li avrebbe trovati e riportati indietro alla prigione dorata dalla quale erano fuggiti. Abbassando lo sguardo vide che si stava sbagliando: non era un Nodon mandato a cercarli ma di certo una figura misteriosa era stata lรฌ ed aveva lasciato una strana pietra semitrasparente sullo scalino d’entrata. La raccolse insieme al biglietto che si nascondeva sotto di essa e rientrรฒ nella bottega per poterlo leggere alla luce.
Solo una parola, scritta in un carattere traballante: “Ascoltala”
Aprรฌ lentamente, sospirando quasi sollevato quando non vide nessuno. Forse era stato solo uno scherzo della mente che, in modo ricorrente, continuava a ripetergli che prima o poi qualcuno li avrebbe trovati e riportati indietro alla prigione dorata dalla quale erano fuggiti. Abbassando lo sguardo vide che si stava sbagliando: non era un Nodon mandato a cercarli ma di certo una figura misteriosa era stata lรฌ ed aveva lasciato una strana pietra semitrasparente sullo scalino d’entrata. La raccolse insieme al biglietto che si nascondeva sotto di essa e rientrรฒ nella bottega per poterlo leggere alla luce.
Solo una parola, scritta in un carattere traballante: “Ascoltala”
Un
sussulto al cuore gli disegnรฒ un sorriso sulle labbra perchรฉ,
immediatamente, il suo istinto gli suggerรฌ chi potesse essere
l’anonimo ammiratore che gli aveva lasciato quel dono. L’unico
che gli avrebbe detto di ascoltare la Terra e ciรฒ che poteva nascere
da essa. Si sentรฌ uno sciocco quando avvicinรฒ la pietra
all'orecchio come se fosse la cosa naturale da fare e scoppiรฒ in
una mezza risata, prima di tornare al bancone e fare spazio per
posare il dono su di esso. Rigirรฒ tra le dita il biglietto e si mise
a fissare quel cristallo dalle mille sfaccettature e dal colore
indefinito. Era in parte trasparente e all'interno si rincorrevano
nuvole di fumo dalle sfumature del grigio scuro e del marrone, eppure
possedeva una straordinaria e inspiegabile brillantezza da far
invidia ai quarzi piรน pregiati che spesso vedeva sulle bancarelle
dei venditori di pietre il giorno di mercato. Lo osservรฒ cosรฌ a
lungo e con cosรฌ tanta attenzione che gli parve davvero di sentire
delle parole, dei bisbigli incomprensibili che arrivavano alle sue
orecchie nonostante il rumore corrente della pioggia sul tetto e
contro i vetri.
L’apertura improvvisa della porta lo fece sobbalzare e sgranรฒ gli occhi in direzione dell’altro giovane appena giunto, come se fosse sorpreso della sua presenza.
«Lo so. Imperdonabile ritardo ma sono stato trattenuto!»
L’apertura improvvisa della porta lo fece sobbalzare e sgranรฒ gli occhi in direzione dell’altro giovane appena giunto, come se fosse sorpreso della sua presenza.
«Lo so. Imperdonabile ritardo ma sono stato trattenuto!»
Cรญnir
deglutรฌ, cercando di allontanare quelle strane sensazioni che lo
avevano avvolto e sospirรฒ con un cenno apparentemente disinteressato
delle spalle.
«Cosa
c’รจ di diverso dal solito?» commentรฒ a bassa voce, fingendo poi
di rimettersi a cucire. «Chi รจ stato quest’oggi il colpevole?»
Sapeva che la loro nuova vita era quella: lui a confezionare
splendidi abiti ricercati e il compagno fuori, a feste e ricevimenti,
a farsi ammirare per la sua bravura nella danza e coi pugnali, spesso
proprio con addosso i vestiti che lui stesso gli preparava. Era un
lavoro di squadra, alla fine, perchรฉ piรน il danzatore si mostrava
agli occhi degli esponenti della ricca casta della Cittร sul Fiume
con abiti eleganti dalle splendide lavorazioni, piรน a lui arrivavano
ordinazioni e il numero di clienti cresceva, insieme alla loro
possibilitร di continuare ad essere uomini liberi.
«Ho incontrato Eiza,» iniziรฒ Duvain, intento a slacciare i bottoni argentati della casacca di velluto che indossava. I lunghi capelli castani erano racchiusi in due punti da dei lacci dello stesso azzurro dell’abito ed essi avevano impedito alla pioggia di bagnarli come invece era successo alla stoffa sulle sue spalle che ora sembrava costellata da puntini blu. «Mi ha fermato lungo la via per il Mercato. Vuole che l’accompagni ad una cena la prossima settimana.»
«Ho incontrato Eiza,» iniziรฒ Duvain, intento a slacciare i bottoni argentati della casacca di velluto che indossava. I lunghi capelli castani erano racchiusi in due punti da dei lacci dello stesso azzurro dell’abito ed essi avevano impedito alla pioggia di bagnarli come invece era successo alla stoffa sulle sue spalle che ora sembrava costellata da puntini blu. «Mi ha fermato lungo la via per il Mercato. Vuole che l’accompagni ad una cena la prossima settimana.»
Cรญnir
strinse di riflesso il pugno sulla gonna che teneva, cercando
tuttavia di continuare a ricamare. «E tu non puoi rifiutare niente
alla sorella del tuo padrone.» Una constatazione che gli provocรฒ
una stretta al petto, prima della inevitabile e ovvia risposta
dell’altro.
«Paga lei parte di questa bottega.»
«Paga lei parte di questa bottega.»
«Ancora
per poco.»
«E
suo fratello non รจ il mio padrone,» continuรฒ Duvain con una
evidente rassegnazione nel tono di voce per quei discorsi che avevano
fatto decine di volte. «Non piรน, lo sai. Sono un uomo libero, come
lo sei tu.»
«Ma
corri da lui ogni volta che ti fa chiamare.» Il giovane sarto si
morse la lingua appena terminรฒ di pronunciare quelle parole. Non
voleva iniziare un altro litigio. Non voleva mai farlo, eppure
accadeva sempre piรน spesso, quasi che insieme a loro, in quella
casa, avesse preso residenza anche la gelosia che credeva di aver
lasciato oltre i portoni della Corte di Nemรฎr.
«Oh,
dannazione!» L’esclamazione di Duvain venne accompagnata dal gesto
stizzito con cui il giovane gettรฒ la casacca sul bordo del bancone,
per poi appoggiare entrambe le mani su di esso, gli occhi chiari
fissi sul compagno, il quale, perรฒ, non rialzava i propri dal lavoro
che stava compiendo. «Abbiamo scelta? Non posso contrariare nessuno
dei due o finiremo ai Confini, senza una casa e una sola moneta,
prima ancora di poterci rendere conto dell’enorme errore commesso.»
Cรญnir restรฒ in silenzio, lo sguardo ancora basso e le labbra
strette, ma si lasciรฒ sfuggire uno sbuffo infastidito che spinse
l'altro a proseguire con parole piรน dure. «Siamo liberi adesso,
'Nir. Lo siamo piรน di quanto ci รจ mai stato permesso di essere in
passato... e se dobbiamo accettare qualche compromesso, va bene cosรฌ.
ร questa la nostra libertร . Forse non รจ esattamente come ce la
siamo immaginata... forse dobbiamo ancora fare delle cose che non
vorremmo, per andare avanti, ma siamo fuori da quella Corte e siamo
qui. Non intendo stare ogni singola volta a litigare con te per
questo.» Abbassรฒ la testa con un sospiro esausto, piegando le
spalle sotto un peso invisibile, e fu allora che parve scorgere un
insolito oggetto appoggiato vicino all'abito che l’altro stava
adornando. «E questo?»
Il
tentativo del sarto di tenere a bada le lacrime che gli pungevano
sempre gli occhi quando il compagno gli ricordava l’evidenza della
loro situazione si trasformรฒ in uno sforzo a non mostrare
l’agitazione che l’aveva attraversato nell'istante in cui
l’altro aveva notato la pietra. «ร un regalo... credo,» mormorรฒ,
lanciandogli un’occhiata impensierita quando Duvain vide anche il
biglietto e sul suo viso comparve un'espressione tesa.
«Capisco,»
bisbigliรฒ aspramente quest'ultimo con un mezzo sorriso. «Forse io
rimarrei senza casa, ma tu avresti sempre una modesta abitazione nei
Giardini Oltre La Cascata ad attenderti, e dei campi da coltivare.»
«Smettila,»
replicรฒ Cรญnir con un pesante sospiro. Anche quella era una
discussione che si era ripetuta spesso in passato, attizzata dalla
stessa gelosia che l’altro provava e che era solita divampare per
ore, solo per spegnersi con la stessa rapiditร con cui era esplosa.
«ร solo un cristallo. Non so nemmeno cosa sia o che significato
abbia. Magari porta solo fortuna in una casa o... non lo so, รจ di
buon auspicio per l’anno appena iniziato. E non... non so nemmeno
se me l’ha lasciato lui.»
Duvain
rispose con il soffio di una risata prima di usare le parole. «E chi
altro ti donerebbe qualcosa legato alla Natura se non lui?» Rigirรฒ
il biglietto tra le dita e lo spinse poi verso il compagno con uno
sguardo serio e risoluto a incupirgli i tratti delicati del volto.
«Hethuin deve stare fuori da questa casa. Lui e i suoi regali non
graditi. Non c’รจ niente qui per lui.»
«Come
dovrebbe starci lontano anche Erdor, eppure praticamente ogni giorno
il suo nome o quello di sua sorella riempiono il silenzio della mia
bottega e della nostra camera da letto,» sentenziรฒ subito il
giovane sarto, alzando infine gli occhi sul compagno per sostenere lo
sguardo accusatorio che sentiva su di sรฉ. Non avrebbe dovuto
rispondergli perchรฉ conosceva bene le sue reazioni, a volte anche
ingiustificate, ma qualcosa sembrรฒ pressarlo dall'interno per
venire fuori, ancora una volta.
«Questa non รจ la tua bottega!» Il danzatore alzรฒ la voce, indicando attorno a sรฉ. «ร la loro! Tutto ciรฒ che c’รจ qui dentro appartiene a loro e dovremo lavorare decine di anni per poterci sdebitare!»
«Questa non รจ la tua bottega!» Il danzatore alzรฒ la voce, indicando attorno a sรฉ. «ร la loro! Tutto ciรฒ che c’รจ qui dentro appartiene a loro e dovremo lavorare decine di anni per poterci sdebitare!»
«Noi
non apparteniamo a loro!» sbottรฒ allora Cรญnir prima di abbandonare
l’ago e la stoffa sul bancone e alzarsi in piedi a sua volta per
fronteggiarlo. «Lo hai detto anche tu. Siamo liberi e se lo siamo, รจ
anche grazie a Hethuin che ci ha aperto il portone quella notte,
rischiando la sua stessa vita. Se io sono costretto a passare questa
nuova esistenza con i fantasmi di loro due che mi aleggiano
attorno... tu devi accettare che non avremmo mai lasciato la Corte di
Nemรฎr senza il suo aiuto e quindi...» si fermรฒ per tirare un
profondo respiro e le parole successive uscirono in un sussurro ma
altrettanto irremovibile: «Quindi anche i suoi doni e la sua
presenza potranno restare in questa casa, come coloro che la abitano
e che gli devono la libertร .»
Rimase solo il silenzio tra di loro quando il sarto smise di parlare. Un silenzio pesante, reso ancor piรน insopportabile dal temporale che si stava scatenando e che, immancabilmente, ricordava ad entrambi quella lontana notte in cui avevano visto le porte sotto la Cascata richiudersi alle loro spalle.
E quelle agitate ore successive, trascorse al buio in una casa diroccata ma, per la prima volta, stretti l’uno all'altro fino alle tiepide luci dell’alba.
Duvain sbattรฉ d’improvviso i pugni sul bancone e afferrรฒ la casacca, trascinandola con sรฉ mentre si voltava per salire le scale e dirigersi al piano superiore. Il movimento brusco fece cadere sul pavimento il metro di legno e altri due strumenti di misurazione e il rumore dell’impatto fece stringere gli occhi a Cรญnir, ferito da quel suono piรน che dall'esplosione del tuono successivo che fece tremare i sottili vetri delle finestre.
Rimase solo il silenzio tra di loro quando il sarto smise di parlare. Un silenzio pesante, reso ancor piรน insopportabile dal temporale che si stava scatenando e che, immancabilmente, ricordava ad entrambi quella lontana notte in cui avevano visto le porte sotto la Cascata richiudersi alle loro spalle.
E quelle agitate ore successive, trascorse al buio in una casa diroccata ma, per la prima volta, stretti l’uno all'altro fino alle tiepide luci dell’alba.
Duvain sbattรฉ d’improvviso i pugni sul bancone e afferrรฒ la casacca, trascinandola con sรฉ mentre si voltava per salire le scale e dirigersi al piano superiore. Il movimento brusco fece cadere sul pavimento il metro di legno e altri due strumenti di misurazione e il rumore dell’impatto fece stringere gli occhi a Cรญnir, ferito da quel suono piรน che dall'esplosione del tuono successivo che fece tremare i sottili vetri delle finestre.
≈*≈
«Elestial.» Fu la sola
parola che Duvain pronunciรฒ dopo essere entrato nella camera da
letto. Fermo, appoggiato alla porta di legno richiusa alle sue
spalle, non aggiunse altro fino a quando vide il giovane, a pochi
passi da lui, mettersi seduto nel grande letto che condividevano. I
lunghi tendaggi trasparenti di una tenue tonalitร di arancio,
lasciati cadere lungo tutta la struttura del baldacchino, rendevano
le forme di Cรญnir indefinite, tuttavia non gli serviva scorgerlo
chiaramente per sapere che sul suo viso di certo era presente
un'espressione infuriata e imbronciata.
«Elestial,» ripetรฉ allora, appoggiando sulla cassettiera accanto a lui il borsello di
velluto nel quale aveva accuratamente messo il cristallo quella
mattina, prima di lasciare di nascosto l'abitazione per dirigersi al
Mercato. «ร il nome di questa pietra strana. Ho domandato a diversi
venditori prima di trovare quello che, a prima vista, รจ riuscito a
identificarla. Sembra sia particolare e ricercata perchรฉ viene
associata a dei livelli spirituali molto elevati.» Abbassรฒ gli
occhi su di sรฉ, le mani a tormentare il bordo della casacca scura
che indossava in un mancato tentativo di nascondere il nervosismo che
comunque sentiva, nonostante la sua consueta sicurezza di sรฉ. «Ha
detto anche che ha il potere di proteggere chi la possiede ed รจ in
grado di fare chiarezza nei pensieri. Sembra che porti a scoprire le
parti piรน nascoste della propria anima e che aiuti a riconoscere
quello che รจ reale, vero e... autentico.»
«Mi dispiace.»
«Mi dispiace.»
Il sussurro che udรฌ in
quel momento fece rialzare lo sguardo al danzatore, confuso.
«Per cosa?» glielo chiese senza nemmeno riflettere perchรฉ tutto si aspettava in risposta ad accezione di una scusa.
«Per cosa?» glielo chiese senza nemmeno riflettere perchรฉ tutto si aspettava in risposta ad accezione di una scusa.
«Per
aver dubitato di te,» continuรฒ Cรญnir
mentre discostava le lenzuola per poter piegare le gambe sul letto;
una chiara intenzione ad alzarsi che sembrรฒ interrompersi quando
riprese a parlare, dopo un profondo respiro. «Ho creduto che avessi
preso la pietra per gettarla via e che per farlo tu fossi fuggito
furtivamente, questa mattina. Ero cosรฌ... arrabbiato con te... no.»
Si fermรฒ e scosse la testa. «Con tutta questa situazione. Con quei
dannati vestiti che sono parte di me ma ti portano sempre via da qui.
Per le discussioni che ci allontanano. Per i momenti che passiamo
separati quando dovremmo stare insieme. Per tutti i nomi che si
mettono tra di noi. Ero cosรฌ arrabbiato e...»
«Che cosa hai fatto,
'Nir?» sussurrรฒ subito Duvain, inarcando un sopracciglio in attesa
ma senza una reale apprensione nella voce.
«Ho strappato la giacca
coi colori della primavera che avevo quasi finito per la tua
esibizione del prossimo mese.»
«Tu hai...»
«E l'ho gettata ai cani
del cortile in fondo alla strada.»
«Come hai potuto? ร
semplicemente... deplorevole!» Il giovane danzatore provรฒ a non
ridere, ma un singulto gli uscรฌ comunque nello scorgere il sarto che
si nascondeva il volto tra le mani, come se avesse davvero compiuto
un atto orribile.
«Lo so. Ma ero
arrabbiato,» provรฒ a giustificarsi Cรญnir, lasciando ricadere le
braccia lungo i fianchi dopo aver rialzato gli occhi verso l'altro.
«Davvero hai cercato per tutto il Mercato qualcuno che conoscesse il
significato del cristallo?»
«Sono stato anche sul
punto di venderlo, un paio di volte,» ammise Duvain con una punta di
ironia. «Offrivano piรน di quanto vieni pagato tu per uno di quegli
abiti da signora... sono stato tentato.» Sorrise nell'intravedere
l'espressione sbalordita del compagno tra i due veli nella parte
inferiore del letto ed allora si staccรฒ dalla porta per avanzare
lentamente. «Ma ero arrabbiato,» aggiunse poi, usando la stessa
intonazione pentita dell'altro giovane.
Cรญnir parve indugiare dal
parlare ancora e si dondolรฒ per qualche attimo sulle ginocchia che
aveva piegato sopra al materasso, le gambe strette nei leggeri
pantaloni coi lacci sull'esterno che i Maeldir dovevano indossare
durante le loro giornate di apprendimento. Quegli indumenti erano le
poche cose che il giovane aveva tenuto e Duvain non aveva mai
compreso di preciso il motivo, considerato che ora avrebbe potuto
confezionarsi tutto ciรฒ che desiderava con l'abilitร che aveva
appreso.
Avanzรฒ ancora verso il
letto ed iniziรฒ a slacciarsi la casacca sotto lo sguardo dell'altro
giovane che, a quel punto, si decise a domandare: «Lo sei ancora?»
«Arrabbiato? No,» ribattรฉ
il danzatore con un sorrisino che si allargava sulle labbra piene.
«Tu lo sei?»
«Potrei esserlo... cosรฌ
tu dovresti venire qui e farti perdonare.»
La
nota maliziosa nella voce del sarto fece sorridere divertito Duvain.
Era sempre cosรฌ tra loro. Discutevano animatamente, passavano ore in
silenzio e poi, di punto in bianco, come se niente fosse accaduto, si
riavvicinavano l'uno all'altro senza portarsi alcun rancore, anche se
le voci si erano alzate troppo e le parole dette erano state,
talvolta, ingiuste. E finivano ad amarsi intensamente, ovunque
fossero, fino a quando ogni frase pronunciata veniva spazzata via dai
baci e dalla passione: nella bottega, nel magazzino coi rotoli di
stoffe, nella dispensa, nel piccolo giardino esterno nascosto a
tutti, non faceva differenza. Duvain, perรฒ, temeva sarebbe arrivato
il momento in cui Cรญnir non avrebbe piรน allungato la mano verso di
lui, dopo una lite, e il suo cuore si stringeva nell'apprensione ogni
volta che la gelosia accecante che provava lo faceva parlare in quel
modo incontrollato.
L'abito scivolรฒ via dalle
sue spalle proprio nell'istante in cui il giovane sul letto alzรฒ un
braccio nella sua direzione, le dita tese in una silenziosa richiesta
di raggiungerlo, e il danzatore dimenticรฒ, ancora una volta, tutti
quei timori e armeggiรฒ rapidamente coi lacci dei pantaloni per
privarsi di ogni cosa inutile che indossava.
Si avvicinรฒ al letto, tuttavia aspettรฒ a scostare i tendaggi che cadevano dall'alto perchรฉ vide il compagno scivolare sulle lenzuola per mettersi inginocchiato sul bordo del materasso.
Si avvicinรฒ al letto, tuttavia aspettรฒ a scostare i tendaggi che cadevano dall'alto perchรฉ vide il compagno scivolare sulle lenzuola per mettersi inginocchiato sul bordo del materasso.
«Io appartengo a...»
iniziรฒ a mormorare quando incontrรฒ i suoi occhi attraverso la
stoffa trasparente, ma il sarto lo interruppe, ripetendo le stesse
parole che lui gli pronunciava sempre e che erano dichiarazioni,
scuse e promesse unite insieme.
«Io
appartengo a te,» cominciรฒ Cรญnir, portando due dita sulle labbra
dell'altro e premendo leggermente su di esse il velo color dell'alba
che li divideva. «Il mio corpo รจ stretto tra le tue braccia. Il mio
cuore รจ racchiuso tra le tue mani.» Fece scivolare il palmo lungo
il suo collo e poi piรน giรน fino al petto, all'altezza del cuore. «E
non ho vita senza il tuo respiro che accarezza il mio viso e riscalda
la mia anima.»
Duvain inspirรฒ
profondamente, piegando in avanti il volto per arrivare a quello del
giovane, desideroso di allontanare quel tendaggio che gli faceva
scorgere la bocca agognata senza dargli la possibilitร di
raggiungerla. Riuscรฌ solo a sfiorarla, percependone il calore oltre
la consistenza setosa, perchรฉ essa gli sfuggรฌ, dirigendosi lungo un
tragitto fatto di baci, fino ad arrivare ai pettorali su cui le sue
mani stavano giร indugiando. Sentรฌ la lingua bagnare la stoffa
leggera su un capezzolo, le labbra succhiarlo e i denti tormentarlo
per un tempo troppo lungo, prima di passare all'altro e lui strinse i
pugni per impedirsi di strappare quel velo che li divideva e toccare
il compagno.
Da
quella bocca indaffarata su di lui uscรฌ una lieve risata quando
Cรญnir, probabilmente, si accorse del tremore nei suoi muscoli per il
contegno a cui si stava costringendo, e il danzatore si lasciรฒ
sfuggire una sospirata imprecazione quando la mano del compagno si
diresse subito tra le sue cosce, a stringere la carne risvegliata da
quelle attenzioni. Le dita si chiusero con forza, nonostante la
stoffa, la percorsero e la sfregarono con attenta dedizione fino a
quando non divenne totalmente rigida e Duvain si ritrovรฒ a gemere
col viso appoggiato al velo leggero, tirato davanti a sรฉ a causa dei
movimenti.
Era il gioco del sarto, quello. Lui e le sue maledette stoffe a cui spesso veniva paragonato lui stesso. E non poteva negare che lo eccitasse tutta quella aspettativa di arrivare alla pelle nuda senza piรน barriere, ma dopo la discussione, tutto ciรฒ che desiderava davvero era sentire: sentire il corpo caldo dell'altro giovane contro al proprio, sentire il proprio respiro fondersi al suo, sentire quelle mani che avevano perso il delicato e curato aspetto di quelle di un Amatore ed erano divenute forti e ruvide, per via delle ore passate a tagliare e a cucire.
Era il gioco del sarto, quello. Lui e le sue maledette stoffe a cui spesso veniva paragonato lui stesso. E non poteva negare che lo eccitasse tutta quella aspettativa di arrivare alla pelle nuda senza piรน barriere, ma dopo la discussione, tutto ciรฒ che desiderava davvero era sentire: sentire il corpo caldo dell'altro giovane contro al proprio, sentire il proprio respiro fondersi al suo, sentire quelle mani che avevano perso il delicato e curato aspetto di quelle di un Amatore ed erano divenute forti e ruvide, per via delle ore passate a tagliare e a cucire.
Un
desiderio che non sarebbe stato esaudito presto, visto che Cรญnir
continuรฒ a scendere su di lui con la bocca in piccoli morsi, fino ad
imbattersi nella virilitร che stava massaggiando. La ghermรฌ con le
labbra, imprigionandola piรน di quanto giร non lo fosse tra la
stoffa e prese a succhiarne la punta per bagnarla mentre la mano
proseguiva, imperterrita, in un lento e insistente movimento.
«Questa...
รจ una punizione sufficiente per la mia reazione,» mugugnรฒ Duvain
mentre rialzava entrambe le braccia per accarezzare, con la punta
delle dita, la tenda morbida e liscia. Non abbastanza morbida per
fargli scordare com'era toccare il corpo che vedeva oltre il velo;
quel corpo ora piegato in avanti su se stesso in una posizione
provocatoria e invitante, le ginocchia allargate, la schiena inarcata
e i fianchi alti che gli permettevano di scorgere la curva dei
glutei.
Non riuscรฌ piรน a resistere. Chiuse le mani sul tendaggio e cercรฒ di discostarlo per poter salire sul letto e Cรญnir si rialzรฒ in ginocchio all'istante, abbandonando la piacevole tortura che stava infliggendo all'amante. Non indietreggiรฒ abbastanza in fretta, tuttavia, perchรฉ il danzatore lo spinse indietro col proprio corpo e lo fece finire sul materasso, trascinando con sรฉ anche il velo che, fino a quel momento, era stato colpevole di averli divisi.
Non riuscรฌ piรน a resistere. Chiuse le mani sul tendaggio e cercรฒ di discostarlo per poter salire sul letto e Cรญnir si rialzรฒ in ginocchio all'istante, abbandonando la piacevole tortura che stava infliggendo all'amante. Non indietreggiรฒ abbastanza in fretta, tuttavia, perchรฉ il danzatore lo spinse indietro col proprio corpo e lo fece finire sul materasso, trascinando con sรฉ anche il velo che, fino a quel momento, era stato colpevole di averli divisi.
«Ah... l'hai strappata!»
esclamรฒ il sarto a bocca spalancata, dalla quale uscรฌ un gemito
altrettanto sorpreso quando le mani di Duvain arrivarono ai lacci dei
pantaloni e, invece di impiegare il tempo necessario per slacciarli,
tirarono con forza fino a lacerare il leggero strato di stoffa e
liberare entrambe le gambe.
«Se lo meritava... e anche
loro.»
Cรญnir
scoppiรฒ a ridere ma non gli impedรฌ nessun movimento, nemmeno quando
l'altro giovane lo cinse tra le braccia e lo rialzรฒ di peso fino ai
cuscini, per poi affondare su di lui, tra le sue gambe aperte e nella
sua bocca con il lungo
e profondo bacio che si erano privati fino ad allora.
«Non puoi strappare ogni
cosa!» Un finto lamento che il danzatore zittรฌ subito, premendo la
bocca sulla sua fino ad assaggiare ogni singolo gemito soffocato che
riuscรฌ a rubargli con le carezze, sempre piรน impazienti, lungo le
sue cosce e sul sesso che sentiva premere contro al ventre, insieme
al proprio.
«Tu l'hai fatto. Hai
strappato la mia giacca,» sentenziรฒ allora Duvain, prima di
graffiare la pelle del compagno sui fianchi, per marchiarla con dei
segni che sarebbero presto svaniti. Nel farlo, scese con le labbra
sul suo collo e leccรฒ quel percorso di cicatrici che tracciava il
petto di Cรญnir fino all'addome. Si soffermรฒ a baciarle con dolcezza
e devozione, come se la sua bocca, ogni volta, dovesse allontanare
sempre un po' di piรน il pensiero della morte a cui esse erano
legate. Poi tornรฒ all'altezza del suo viso, in tempo per sorridere
alla risata del compagno.
«Non
รจ una valida ragione... e poi non era ancora tua,» rimarcรฒ con
convinzione il sarto. Arrivรฒ ai lunghi capelli dell'altro, sciolse i
due lacci con cui li teneva spesso legati quando usciva e subito
glieli scompigliรฒ, afferrando poi le ciocche scure tra le dita per
attirarlo a sรฉ in un nuovo bacio possessivo. «Era mia. Tu
sei mio,» gli mormorรฒ contro la bocca nei rapidi istanti in cui si
distaccava dalla propria. «Quello che indossi dice a tutti che
appartieni a me. Non sono importanti i ritardi o... le persone che
incontri.» Trattenne il volto del compagno lontano dal proprio per
guardarlo negli occhi intensamente, prima di aggiungere: «Finchรฉ
terrai addosso i miei abiti, quando sarai con loro.»
Duvain
sorrise all'improvvisa serietร di quelle affermazioni e gli catturรฒ
le mani, portandogliele ai lati della testa. Lo trattenne in quel
modo, imprigionato sotto di sรฉ, gli occhi limpidi fissi in quegli
specchi scuri che non si allontanavano dai suoi: quel solo sguardo fu
la risposta che gli diede e che Cรญnir voleva. Uno sguardo che era
sempre stato riservato solo a lui, anche quando il danzatore aveva
trascorso i suoi giorni circondato da decine di ragazzi affascinanti
e bellissime dame. Era consapevole che non sarebbe stata l'ultima
volta che avrebbero discusso a causa della gelosia. Non era mai
l'ultima volta. Ma quello era il momento di mettere ogni cosa da
parte e di annullare
tutto ciรฒ che non fosse loro due.
Il
giovane dai riccioli biondi, perรฒ, sembrรฒ non riuscire a sostenere
a lungo la vista del compagno cosรฌ vicino a sรฉ, quel corpo caldo e
perfettamente disegnato che premeva su di lui col desiderio di
lussuria ancora insoddisfatto. Presto rispose al suo
sorriso
con una debole risata e si mosse nel tentativo di divincolarsi,
alzando i fianchi per invitarlo a continuare ciรฒ che aveva
cominciato e il danzatore si trovรฒ a cedere
all'implorazione
dettata dal suono tenue di quella risata che cosรฌ poche volte aveva
potuto ascoltare in passato.
Fu
quel suono ad accompagnare la mano che Duvain intrufolรฒ nel cassetto
del comodino per prendere l'ampolla d'olio profumato e preparare il
corpo del sarto ad accogliere il suo. Una risata piena di ansiosa
anticipazione che divenne un lungo gemito nell'istante in cui il
danzatore si spinse tra i glutei dell'amante e iniziรฒ a possederlo
con spinte lente e profonde. Le ginocchia di Cรญnir si rialzarono il
piรน possibile quando il braccio dell'altro giovane scivolรฒ sotto la
sua schiena per cingerlo e Duvain si sentรฌ avvolto completamente da
lui, dai muscoli stretti che lo facevano impazzire e dalla presa
salda delle sue gambe che gli impediva quasi di muoversi. Non c'era
piรน alcuna timida insicurezza nelle movenze del sarto, nessun timore
a concedersi qualcosa che non avrebbero dovuto condividere.
E
fu un'altra risata a rimarcare quel fatto, quando Cรญnir lo fermรฒ e
lo sospinse con un impeto improvviso sul lato del letto, salendogli a
cavalcioni sul bacino per poi guidare ancora il sesso rigido dentro
di sรฉ.
Una risata bagnata dalla passione e dal sapore speziato della lussuria, calda e incontrollabile, come quella felicitร che Duvain riusciva a leggere sul suo viso. Ogni volta che si amavano, qualsiasi malinconica ombra su di esso svaniva, e il suo stesso cuore diveniva piรน leggero e forte nella certezza di poter affrontare ogni cosa, per poter vedere quella gioia spensierata addolcire i tratti del giovane che amava.
Una risata bagnata dalla passione e dal sapore speziato della lussuria, calda e incontrollabile, come quella felicitร che Duvain riusciva a leggere sul suo viso. Ogni volta che si amavano, qualsiasi malinconica ombra su di esso svaniva, e il suo stesso cuore diveniva piรน leggero e forte nella certezza di poter affrontare ogni cosa, per poter vedere quella gioia spensierata addolcire i tratti del giovane che amava.
«Toccami...»
Ubbidรฌ
a quell'ordine appena sussurrato e alzรฒ entrambe le mani ai lati del
suo viso. Lo percorse con le dita, lasciando che Cรญnir gliele
catturasse per succhiarle prima di proseguire e sentรฌ la presa su di
esse, quando il giovane gliele sospinse con piรน decisione verso il
basso, fino al ventre su cui la sua eccitazione sbatteva ad ogni
movimento dei loro bacini uniti.
Non lo accontentรฒ e udรฌ il lamento di frustrazione del compagno quando gli afferrรฒ i polsi e portรฒ i loro palmi a poggiarsi gli uni sugli altri, le dita intrecciate e le braccia allargate sui lati. Il danzatore iniziรฒ a spingersi verso l'alto, affondando tra i suoi glutei con forza, in contrasto alla movenza languida che l'altro giovane stava mantenendo. Lo trattenne con le mani sotto le sue, sostenendolo in una presa salda che permetteva al sarto di cercare il proprio piacere ma alle condizioni che lui stava dettando.
Non lo accontentรฒ e udรฌ il lamento di frustrazione del compagno quando gli afferrรฒ i polsi e portรฒ i loro palmi a poggiarsi gli uni sugli altri, le dita intrecciate e le braccia allargate sui lati. Il danzatore iniziรฒ a spingersi verso l'alto, affondando tra i suoi glutei con forza, in contrasto alla movenza languida che l'altro giovane stava mantenendo. Lo trattenne con le mani sotto le sue, sostenendolo in una presa salda che permetteva al sarto di cercare il proprio piacere ma alle condizioni che lui stava dettando.
E solo quando il viso di
Cรญnir si corrucciรฒ in un'espressione bisognosa e supplicante,
Duvain decise di dargli ogni cosa.
Gli lasciรฒ una mano per
portare la propria sulla sua virilitร che bramava di essere toccata
e contrastรฒ le proprie spinte con il pugno chiuso su di essa. Sentรฌ
le dita del compagno stringere le sue e abbassรฒ lo sguardo quel poco
che bastava per ammirare l'essenza dell'estasi scivolare sui loro
addomi contratti e costellare la pelle accaldata. Solo allora rialzรฒ
gli occhi su di lui e la tinta arrossata delle guance di Cรญnir
insieme alle sue labbra, umide e dischiuse dai sospiri ansimanti,
bastarono per fargli perdere qualsiasi controllo di sรฉ che gli era
stato insegnato a mantenere durante gli amplessi.
Si mise di scatto dritto con la schiena e attirรฒ il compagno a sรฉ, tra le braccia, mentre il suo piacere si scioglieva tra i muscoli stretti del fondoschiena che l'altro strinse ancor di piรน attorno al suo sesso.
Si mise di scatto dritto con la schiena e attirรฒ il compagno a sรฉ, tra le braccia, mentre il suo piacere si scioglieva tra i muscoli stretti del fondoschiena che l'altro strinse ancor di piรน attorno al suo sesso.
Rimasero i respiri.
Affannosi all'inizio e poi via via rallentati in una ritmata sintonia
che sembrรฒ divenire la stessa per entrambi. Duvain, con le labbra
premute contro il collo dell'altro giovane, morse scherzosamente la
pelle delicata nell'incavo della spalla e ascoltรฒ ancora lo sbuffo
di una debole risata che si trasformรฒ in un mormorio
sommesso.
«Devo scendere all'alba per ricominciare a tagliare e imbastire il tuo abito»
«Devo scendere all'alba per ricominciare a tagliare e imbastire il tuo abito»
Il danzatore sorrise e alzรฒ
il mento per parlargli all'orecchio.
«Verrai
con me,» gli bisbigliรฒ in quella che non aveva l'aria di essere una
semplice richiesta, bensรฌ un'affermazione. «Lo dirรฒ ad Eiza
durante la cena. Tu verrai con me al loro ricevimento per la Festa
dell'Amore e potrai vedermi danzare coi pugnali, come desideri da
tanto.»
«Dirร di no,» commentรฒ
Cรญnir con un le labbra incurvate in un broncio. «Non lo permetterร .
Sono solo un sarto in fin dei conti.»
«Sei piรน di questi bei
vestiti che confezioni, 'Nir,» lo contraddisse subito Duvain,
alzando la testa per poterlo guardare negli occhi. «Se mi viene
permesso di frequentare quelle case e sedere con quella gente
facoltosa รจ grazie a te. Posso danzare con quelle lame. Posso
uccidere con quelle lame. Ma niente di tutto questo vale la pena di
essere vissuto se non ti ho al mio fianco.»
Dopo un lungo momento di
riflessivo silenzio, il sarto accennรฒ un sorriso divertito e
sospirรฒ.
«Perchรฉ sono convinto che
in qualche modo riuscirai ad averla vinta?»
«Perchรฉ i miei modi sono
cosรฌ ricchi di fascino che nessuno potrebbe negarmi qualcosa?»
«Sei
anche ricco di superbia,» considerรฒ il giovane sarto con una risata
che
divenne
un sospiro contro la bocca del danzatore quando questa arrivรฒ alla
sua per rubargli ancora un bacio.
«Allora รจ deciso,»
dichiarรฒ Duvain, ribaltando poi il compagno di lato e reclamando
ancora per un po' le sue labbra prima di alzarsi con attenzione da
lui e scendere dal letto. Andรฒ alla cassettiera e prese il borsello
di velluto con la pietra per allungarlo poi verso l'altro.
«Appartiene a te. Conservala con cura e... fammi sapere se i suoi
poteri magici avranno davvero qualche effetto.»
Cรญnir gli sorrise dolcemente prima di prendere il dono ricevuto.
Cรญnir gli sorrise dolcemente prima di prendere il dono ricevuto.
«Come hai detto che
l'hanno chiamata?» gli chiese mentre faceva scivolare tra le mani il
cristallo splendente dalle sfumature scure.
«Elestial,»
ripetรฉ il danzatore, soffermandosi qualche attimo ad assaporare il
suono di quella parola che gli carezzava la lingua nel pronunciarla.
Forse stava giร funzionando, perchรฉ quel regalo apparentemente
indesiderato, seppur in maniera bizzarra, aveva portato lui ad
ascoltarsi e a riconoscere ciรฒ che era reale e autentico... e che
non avrebbe
mai lasciato andare.
≈*≈
FINE
≈*≈
Potrete trovare Cรญnir e Duvain, insieme ad altri intriganti e misteriosi protagonisti, in "Catene di Ametista", edito da Triskell Edizioni.
ร possibile seguire Enedhil su Facebook alla pagina @enedhil
L'artwork della cover, raffigurante Cรญnir e Duvain, รจ stata affidata a Ne'ha, i cui lavori si possono trovare sempre su Facebook alla pagina @nehartist
Biografia
L'avventura di Enedhil nel mondo della scrittura inizia nel 2002, poco dopo l'uscita al cinema del primo film della trilogia de Il Signore degli Anelli.
Da sempre amante del genere fantasy, grazie a questo universo scopre una passione fino a quel momento sconosciuta e si lascia trasportare dalle parole che presto diventano una serie di fanfictions.
Dopo alcuni anni di silenzio, questo interesse esplode nuovamente e, pur continuando a dedicarsi ai protagonisti che l'hanno fatta “rinascere”, decide di dare vita, cuore e anima a dei nuovi personaggi, scrivendo il suo primo romanzo originale m/m.
Crede nell'amore in qualunque forma e soprattutto nella purezza e nella forza che questo sentimento puรฒ trasmettere.
ร convinta che le storie che amiamo leggere e scrivere siano linfa vitale per la fantasia e ripete sempre a se stessa e agli altri che non bisogna mai smettere di sognare.
2 Commenti
Vi ringrazio anche qui per l'opportunitร di raccontare ancora qualche momento di questi due personaggi che hanno moooolto da dire... ma hanno un'autrice crudele che li fa attendere ahahah Ora si sono presi la rivincita :P
RispondiEliminaGrazie grazie <3
Noi rimaniamo in attesa di saperne di piรน, anche se si tratta di un'attesa febbrile perchรฉ non vediamo l'ora! ;) E io ringrazio te di cuore... รจ stato divertente ed un vero piacere! <3
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